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LIBRO consulto, e fra esse i Consigli e i Comenti sul Digesto, ed altre, delle quali ragionano il Fabricio (l. cit. p. 50) e più altri.

V. Insieme con questi giureconsulti stranieri, che nella università di Padova fecer pompa del lor sapere, un nobile padovano ancora ottenne gran nome, cioè Gianfrancesco Capodilista. Egli era vi professore fin dal principio di questo secolo, come dal Facciolati si afferma (l. cit. p. 24) sull’autorità di un antico codice che presso gli eredi di esso conservasi. Ed ei dovea essere uomo d’autorità sin dal i.{o5; perciocché in quest’anno troviam ch’ei fu uno degli ambasciadori spediti da’ Padovani a Venezia per trattare il loro assoggettamento alla Repubblica (Script. rer. ital. vol. 17, p. 935). Il Facciolati aggiugne che l’anno 1422 era lettore delle Decretali collo stipendio di 200 ducati, e che in quest’anno medesimo andossene a Roma per affari dell’abate di S. Niccolò di Lido; che nel 1428 fu a pubbliche spese mandato a Ferrara, poscia a Bologna, finalmente a Milano per comporre con quel duca Filippo Maria, e non con Lodovico, come ha il Panciroli (c. 84), le controversie intorno a’ confini. Era egli intanto passato alla scuola del Diritto civile, accresciutogli lo stipendio fino a 300 ducati; e spesse volte fu ancor chiamato a Venezia per affari della Repubblica. Più onorevole fu l’ambasciata ch’egli sostenne pe’ Veneziani al concilio, non già di Costanza, come narrasi dal Facciolati, ma di Basilea, in compagnia di Andrea Donato, il qual di fatto veggiamo che a questo secondo concilio fu