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JO LIBRO Teodoro Gaza , cui dopo la morte di Niccolò V chiamò Alfonso, e onorevolmente trattenne alla sua corte; Giannozzo Mannetti, a cui fece assegnare lauto stipendio, dichiarandolo ancora suo consigliere; Leonardo aretino, Poggio fiorentino , Giorgio da Trabisonda, Lorenzo Valla , Pier Candido Decembrio, che , avendo ad Alfonso offerte le loro opere, n’ebbero magnifiche ricompense; Giovanni Aurispa che per qualche tempo fu onorevolmente da lui mantenuto alla sua corte; Antonio Cassarino, maestro del Curlo, il quale pure era stato con grandi premj! invitato da Alfonso, ma f improvvisa morte gli tolse il poterne godere; Niccolò Sagundino che gli fu caro e famigliare, Francesco Filelfo che, essendo venuto alla corte di Alfonso, e avendogli lette le sue Satire, ne riportò magnifiche ricompense; Niccolò da Sulmona filosofo e fisico eccellente , eh1 ci tenne presso di sè con ampia mercede; Gioviano Pontano finalmente, e molti altri da lui amati, favoriti e premiati. E continua ad annoverar le altre lodi di Alfonso, che a questo luogo non appartengono.

XVIII. Ferdinando, figliuolo legittimo e successore di Alfonso, imitò gli esempj paterni nel fomentare le lettere, e più ancora che il padre .le coltivò. Perciocchè di lui abbiamo alle stampe un volume di Epistole e di Orazioni, le quali però non ho io potuto vedere per conoscere qual prova ci diano del talento e degli studj di questo principe. Era egli stato scolaro del Valla, del Panormita , dell1 Attilio , di altri uomini eruditi, de’ quali tanto abbondava la corte d’Alfonso; e da essi apprese quanto convenga