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548 LIBRO del padre nello stimare e nell’amare il Ficino. Per comando di esso ei pubblicò la suddetta sua traduzione, e prese a spiegare pubblicamente in Firenze le Opere di quel filosofo j nella (quale scuola ebbe grandissimo numero di uditori, e molti tra essi per sapere e per erudizione famosi, come si può veder nel catalogo che ne ha dato il canonico Bandini in not. ad / it. Fichi, p. 28, ec.). In età di quarantadue anni fu ordinato sacerdote, e Lorenzo de’ Medici, succeduto l’anno 1469 a Pietro suo padre , e che non imitò solamente , ma superò ancora gli esempj del padre e dell’avolo nel beneficare Marsiglio, gli diè dapprima il governo di due chiese in Firenze, e quindi verso il 1484 un canonicato in quella cattedrale. Marsiglio pago de’ beni ecclesiastici che da Lorenzo avea ricevuti, lasciò tutto il suo patrimonio a disposizione de’ suoi fratelli, e fu sì lungi dall’usare della bontà e della magnificenza del suo mecenate per arricchirsi, che anzi egli racconta Epist. l. 8, 11) che i suoi parenti e domestici soleano spesso rimproverargli perchè non si valesse dell’amicizia di sì gran cittadino, come tant’altri faceano, per migliorar lo stato di sua famiglia. Agli studj filosofici congiunse ancora i teologici, come vedremo parlando delle opere da lui composte, e per soddisfare a’ doveri del nuovo suo stato, prese ancora a spiegare dal pergamo al popolo i sacri Vangeli. Il Corsi ci descrive ancor lungamente i costumi di questo insigne filosofo. D’indole mansueta e piacevole, se talvolta prorompeva in isdegno, tosto calmavasi , e dimenticava facilmente qualunque