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primo 333 et Jacoburn dietimi Dieghnm; e si aggiugno die essi erano assenti: dicti conventi sunt absentes citra Pisas et Niciam (p, 349;;, ec.)) e il luogo di lor dimora è meglio spiegato in un’altra carta del 15oi j in cui ancora vien nominato il terzo de’ fratelli Bartolommeo: Cristophori, Bartolomei, et Jacobi de Columbis q. Dominici... dixerunt... dictos Cristophorum, Bartolomeum et Jacobum de Columbis figlios et heredes dicti q. Dominici eorum patris jam diu fore a civitate et posse Saonae absentes ultra Pisas et Niciam de Proventia, et in partibus Di spanine commorantes, ut notorium fuit et est (p. 351, 353). Che possiam noi opporre a tai documenti? Essi non hanno cosa che faccia nascer dubbio della loro autenticità; e se non vi fosse contrarietà d’opinioni , ognuno confesserebbe che il Colombo certamente fu genovese oriondo di Quinto, e abitator di Savona.

IX. Facciamoci ora ad udire i monumenti de’ Piacentini. Il canonico Pier Maria Campi ha scritta su ciò una lunghissima dissertazione inserita nel terzo tomo della sua Storia ecclesiastica di Piacenza (p. 225, ec.), la qual non fu pubblicata che nel 1662, tredici anni dopo la morte del suo autore. Convien dire eli’ ei non vedesse il libro del Salinerio, benchè già da tanti anni venuto in luce, perciocchè di esso e de’ monumenti ivi prodotti non fa parola. Ma egli ancora produce un autentico monumento dell’anno 1481 (p• 232). scritto in Betola villaggio della detta Valle di Nura. In esso veggiamo che un certo Bertone de’ Duzzi