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29 \ LIBRO valesse nello studio delle antichità Checchè sia di ciò, è certo che la maggior parte degli eruditi che allor vivevano, ebber Ciriaco in concetto d’uomo dottissimo, e ne scrissero con grande elogio. Oltre alle lettere a lui scritte , che egli spesso ha inserite nella sua Raccolta d’Antichità , e che da noi sono state accennate, abbiam veduto quale stima ne avesse Francesco Fi lei fo. che pur non era l’uom più liberale nel lodar altri. Ambrogio camaldolese ne parla con molta lode in due delle sue lettere da noi già accennate (l. 8, ep. 45, 47)* One altre ne abbiamo a lui scritte da Leonardo Bruni (l. 6, cp. cp, /. 9, cp. 5), piene esse pure di encomj. Angelo Decembrio (che dal co. Mazzucchelli è stato a questo luogo confuso col suddetto Pier Candido) lo dice uom celebre e studiosissimo delle antichità greche De Politia liter. p. 5 1). Biondo Flavio ne fa onorevole menzione parlando di Ancona (hai. Ulti str. rcg. 5). Aggiungansi le testimonianze onorevoli da noi già citate, e quelle di più altri scrittori di questo secolo , e singolarmente del celebre Francesco Barbaro , che si accennano dal medesimo ab. Mehus p. 21, 25, 53, 68), il qual nomina ancora i molti signori italiani, da’ quali Ciriaco fu distintamente onorato. Ad essi però conviene aggiugnere Alfonso re di Napoli, di cui racconta Gioviano Pontano (de. Magnificent c. de Munerib.), che avendo da Ciriaco ricevuto in dono un pezzo d’ambra , in cui era racchiusa una mosca, l’ebbe carissimo, e ne mostrò un’incredibile allegrezza. Or il vedere