Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/283

PRIMO s(^ nezin, volle ad ogni modo seguirlo, e, benché con dispiacer della madre (il padre mai non si nomina, e sembra che fosse già morto), si pose in viaggio, e a’ 13 d’aprile, essendo doge Michele Steno, giunse a quella grande città. In qual anno ciò accadesse, lo Scalamonti nol dice. Ma essendo lo Steno salito a quella dignità nel gennaio del i.foo, allo stesso anno si dee riferire questo primo viaggio, quando appunto egli avea circa nove anni di età. Da Venezia venne Ciriaco coll’avolo a Padova, ove vide con istupore la magnificenza della,corte di Francesco da Carrara, che poscia nell’anno 1405 fu spogliato di quel dominio, e, fra le altre cose, nota lo Scalamonti, che ivi vide Ciriaco per la prima volta leoni vivi. Tornato ad Ancona , fu inviato da sua madre alla scuola di un certo Zampetta che era ivi pedante. Ma a Ciriaco, più assai che gli studj, piacevano allora i viaggi. Giunto all’età di dodici anni, udì che l’avolo dovea intraprendere un altro viaggio per andare alla corte del re Ladislao in Napoli. E Ciriaco non si potè trattenere, sicchè, malgrado le lagrime della madre, non si unisse con lui. Veduta Napoli e quella corte, si avanzò coll’avolo nella Calabria, ove dovendosi questi arrestare un anno per suoi affari in Maida, a Ili dò ivi il giovinetto Ciriaco a un suo amico, perchè da qualche maestro gli facesse apprendere i primi elementi della lingua latina. Tornati poscia a Napoli, vi ritrovarono una galea anconitana, colà inviata per andar fino a Roma, e di là trasportare il pontefice Bonifacio IX a’ bagni di Pozzuoli.