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XXXVI. Venuto dunque Aldo a Venezia, e fatti i necessarj apparecchi, diede principio alla stampa dei libri greci nel 14y4 e incirca vent’anni ch’egli impiegò nel dar libri alla luce, appena vi fu scrittor classico greco e latino , ch’egli non pubblicasse, oltre più altri diversi argomenti, e oltre parecchi libri italiani da lui parimente stampati. Io non farò qui il catalogo delle edizioni di Aldo. Il Maittaire, il Manni, il Fabricio (Bibl. gr. t. 13), lo Schelhornio (Amoenit. litter. t. 10), e più altri ce l’han dato; ma tale però , a cui non poche giunte si potrebbono fare. La eleganza e la varietà dei caratteri da lui usati, congiunta alla rarità delle copie, rende assai pregevoli le edizioni del vecchio Aldo. A renderle poscia non solo belle, ma ancora esatte e corrette, egli non perdonava a fatica nè a spesa per raccoglier da ogni parte i migliori codici, e confrontarli tra loro. Nella lettera dedicatoria, poc1 anzi accennata, dice che di molti giovavasi egli continuamente a collazionare gli antichi codici, e che fra tutti si eran distinti in Ferrara Niccolò Leoniceno principe, secondo lui, de’ medici e dei filosofi di quel tempo, e Lorenzo Maggiolo genovese, uomo di grande ingegno e di vastissima erudizione, nell’esaminare e nel confronloda F amorevolezza con cui avvenendosi in esso l’interrogava intorno a’ libri che stava pubblicando, e spesso visitavane la stamperia, osservando i libri latini, greci ed ebraici eh’erano sotto il torchio, nella qual lingua era il Ranii-ii ben istruito, e gli prestava sovente i codici alle sue edizioni opportuni. TiRABOSClII, Voi VII. l’J