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ao4 LIBRO Iìibliothecam, insignesque thesauros, quoti un pars a Gallis , pars a pacuis e nostris rem turpissimam honesta specie praetendentibus furacissime subrepti sunt, intimis abditisque locis ae.dium, ubi illi reconditi fuerant, perscrutatis. Di questa dispersione della biblioteca di Lorenzo de’ Medici fa menzione ancora Pietro Alcionio, che scriveva al principio del secolo seguente, ne’ suoi libri dell’Esilio (sub init). Lo stesso Filippo Comines, benchè non nomini i libri, dice però generalmente (Mem. l. 7, c. 9) che il palazzo de’ Medici fu saccheggiato parte delle truppe francesi, parte dal popolo fiorentino. Alle quali testimonianze se avesse posto mente l’autore della prefazione premessa al primo tomo del Catalogo della biblioteca del re di Francia, non avrebbe negata, fidato solo sull’autorità di Leopoldo del Migliore, scrittor posteriore di un secolo, questa dispersione della suddetta biblioteca fatta in parte dalle truppe francesi. Una tale sventura consigliò i Fiorentini ad assicurar meglio quei libri che non eran rimasti preda dell’altrui ingordigia, e li fecer perciò trasportare in S. Marco. Roberto Ubaldini domenicano, che ha scritti gli Annali di quel convento, citati, dall’ab. Mehus (l. cit. p. (69), racconta che l'anno 1496, essendo la repubblica fiorentina ri riotta a grande strettezza e ad estrema povertà di denaro, pensò di vender que’ libri; e che i frati di S. Marco, acciocchè Firenze non rimanesse priva di sì pregevol tesoro, prestarono alla repubblica duemila ducati d’oro a patto che que’ libri si rimanessero ivi come in deposito j