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ìfifi. Lirnio i i*ei di tuli delitti, nè li lasciasse andar liberi, finchè non fosse chiaramente provata la loro innocenza! Ma se noi diam fede al Platina, nell1 assicurarci eli’ ei fa dell’innocenza sua e dei suoi compagni, ei ci permetterà ancora di non credere interamente a ciò eli’ egli racconta di Paolo II, e de’ trattamenti da sè sofferti in prigione. Il suo stile medesimo ce lo discuopre troppo mal prevenuto contro di un pontefice da cui dicevasi offeso , e da cui in fatti era stato privato prima del suo ufficio, poscia, per delitto falsamente imputatogli, imprigionato. Ei non è perciò un testimonio troppo imparziale, e possiam! pensare non senza ragione, che egli abbia narrando esagerate troppo le cose per render sempre più odioso un pontefice, la cui memoria era a lui troppo spiacevole.

XXVI. Par nondimeno che questa società letteraria si rinnovasse per opera dello stesso Pomponio Leto, perciocchè vedremo altrove come fu da essa celebrato l’anniversario del Platina l’anno 1482, secondo il racconto di Jacopo da Volterra. Questi ne parla ancora all'anno 1483, e sarà bene il recar qui le stesse parole (Script. Rer. ital. vol. 23, p. 185) che ci dimostrano e il fiore in cui essa era a quel tempo, e le feste che celebrava, e gli autorevoli personaggi che vi intervenivano, e l’onore avuto di un imperiale diploma, e l’uso per ultimo di concedere , o di negare la laurea a chi la chiedesse. In exquiliis prope Pomponii domum die Dominico qui secutus est, cioè a’ 20 d’aprile, a sodali tate Literaria celebratum est Ilo manne