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PRIMO 159 lor proprio nome in alcuno di quelli più conosciuti nella storia dell’antica letteratura, nel che furon poscia imitati da altri verso il li ni re di questo secolo, come da più esempj sarà palese. Ma contro questa nuova accademia si sollevò improvvisamente una terribil burrasca , che interamente la dissipò, e fu ancora occasione di sciagure ad alcuni di coloro che la componevano. Il pontefice Paolo II la rimirò come una pericolosa adunanza di uomini torbidi e sediziosi, nemici della Religione, e macchinatori di congiure j e quanti ne potè aver tra le mani , fece chiudere in prigione e soggettò a’ tormenti. Se de’ delitti che lor vennero apposti, essi fossero veramente rei, ovvero innocenti, non è sì agevole a diffinire; sì diversa è la maniera con cui ne raccontano il fatto, non dirò gli scrittori posteriori, la testimonianza de’ quali non è di gran peso, ma quegli stessi che allor viveano. Michele (’a n non sio, che ha scritta la Vita di Paolo II, pubblicata dal Muratori (Script. Rer. ital. vol. 3, pars 2, p. 993, ec.), e poscia più correttamente dal Cardinal Querini, ci fa di questi accademici un carattere assai svantaggioso. Con ugual diligcnza, dice egli parlando di Paolo (Quirin. Vit. et I indie. Panili II, p. , ec.) ei tolse di mezzo dalla curia romana l’empia setta e. le ree massime di alcuni giovani di corrotti costumi. che affermavano la nostra Cattolica Religione esser più appoggiata all astuzia di alcuni Santi che a vere a sicure testimonianze; ed esser lecito ad ognuno all usanza de’ Cinici il goder de’ piaceri, come più Jossigli in grado. Anzi,