Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/144

128 LIBRO Vili. Firenze e Pisa non furon le sole città in Toscana ad avere celebri scuole di tutte le scienze. Siena , emula essa ancor di Firenze, finchè non le divenne soggetta, continuò nel corso di questo secolo ad avere un’assai rinomata università. Gregorio XII l’anno 1407 confermò i privilegi già ottenuti da Carlo IV, e le aggiunse quello di tenere ancora scuola di sacra teologia (Lunig, Codex Ital. diplom. t. 3, p. 1582), il che dovette renderla sempre più illustre. Girolamo Agliotti abate Benedettino, che ne fu testimonio, ce ne ha lasciata onorevol memoria nell’Apologia di Pio II, che leggasi tra le sue opere latine (t 2, p. 349, ec.): io mi ricordo, dice egli, di aver passati ncl1 università di Siena cinque anni, cioè dal 14 25 fino al 1430 , nel qual tempo conobbi ivi Enea de’ Piccolomini che era allora scolaro. Quindi, dopo aver detta gran lodi di Enea , seicento erano, continua, i testimoni di tali cose, la più parte de’ quali son morti, e ch’io perciò lascio in disparte. Tra essi sono alcuni Sanesi i quali, benchè or siano illustri e famosi dottori, io passo nondimeno sotto silenzio, acciocchè tu non abbi a dire che la comun patria rende sospette le loro testimonianze, Io chiamo in testimonio Sallustio da Perugia , Antonio Boselli, Benedetto Barzi dottori celebri fin d’allora, Niccolò de’ Porcinari dall Aquila cavaliere e dottore insigne, Ugolino de Cri uni fiorentino or vescovo di Volterra, Donato Cocchi giureconsulto esso ancor fiorentino, Niccolò da Foligno celebre medico, Alessio d’Arezzo conte di Bivignano. Brandaglia e Guilchino