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PRIMO 137 frequentata, e se ne ha pruova in un decreto del Pubblico, citato dal suddetto autore, in cui si accenna lo assai numero de’ Forastieri et nobili huomini, che già si trovano in quella, et conta inamente si vede moltiplicare. Così andava felicemente crescendo in frequenza e in fama questa università. Nel 1479 a cagion della peste che desolava Pisa, fu d’uopo trasferirla a Pistoja, ove si stette un anno, tornando poscia alla suddetta città. Il timore di un nuovo contagio costrinse, l’anno seguente 1481, l’università di Pisa a passare a Prato, ove però non trattennesi che pochi mesi , e cessato il timore fece ritorno all’antica sua sede. Un’altra volta e per lo stesso motivo si fece il medesimo trasporto dell’università a Prato l'anno 1485. Ma questo ancora non giunse allo spazio di un anno, e a Pisa si vide presto renduto il principal suo ornamento. Più funesta riuscì a questa università la venuta di Carlo VIII in Italia nel 14i)4? perciocché ne1 torbidi, onde fu allora la Toscana colf Italia tutta sconvolta, anche le scienze sofi’ riron non poco, e i professori insiem co’ loro scolari costretti furono ad andar quasi raminghi, or a Firenze, or a Prato, con danno non leggier degli studj, finchè nel secol seguente, cessate ormai le guerre, ella cominciò a respirare, e fu sollevata di nuovo all1 antica sua gloria , di cui ha poscia continuato a godere (fino a’ dì nostri. Le quali cose da me in breve accennate veggansi più ampiamente distese e comprovate con autentici documenti dal citato Fabbrucci (L cit t. 37, 40, 43, ec.).