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904 LIBRO nelle prime veggiamo che Benintendi ne celebra l’eloquenza non meno che le virtù, e singolarmente la costanza con cui avea sostenute alcune avversità; ma insieme il riprende che col porsi al servigio di un principe, cioè, come sembra probabile, di Azzo da Correggio di cui, come altrove si è detto, istruiva i figliuoli, avesse perduta la sua libertà. L’ab. Lazzeri ha pubblicata (Miscell. Coll. Rom. t. 1, p. 107) un* elegia da lui scritta a Pasquino cancelliere di Galeazzo Visconti signor di Milano , che è 1’unico saggio che abbiamo de’ talenti di questo poeta. Gabriello o Gabrio Zamori giureconsulto insieme e poeta scrisse, l’an 1344> una lettera in versi al Petrarca. che è stata data alla luce dall’ab. Mehus (Vita Ambr. camald p. 200, ec.). Essa ci pruova più la stima in cui egli avea il Petrarca, che il valor poetico di Gabriello. Risposegli il Petrarca con una lettera (Carm. l. 2, ep. 10), nella quale ne loda al sommo la eleganza de’ versi, che tali forse glieli fecero apparire le lodi di cui in essi videsi ricolmato. Allo stesso Gabriello crede a ragione l’ab. Mehus (l. cit. p. 202), che sia indiritla un’altra lettera inedita del Petrarca, in cui n’esalta con sommi encomii, non solo il valor poetico , ma ancor la scienza legale, dicendo che gli avvocati parmigiani udivanlo ragionare con quello stupor medesimo da cui eran compresi all’udir Demostene e Cicerone gli Ateniesi e i Romani. Di Gabriello abbiamo ancora un elogio in versi latini, posto al sepolcro di Giovanni Visconti arcivescovo e signor di Milano, come si pruova non sol da un