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TERZO 839 abbia favellato non da storico, ma da poeta. Di altri suoi amori ei parla in altre sue opere, ma non sappiamo se essi pure fossero reali, o solo effetti di poetica fantasia. È certo però, che molte fra le opere del Boccaccio, e il suo Decamerone singolarmente, cel mostran uomo di non troppo onesti costumi; e frutto ne fu una figlia eli1 egli ebbe, benchè non ammogliato, detta Violante, e che pianse poi morta in età fanciullesca sotto il nome d1 Olimpia in una sua egloga latina, come afferma egli stesso (V. Mazzucch. l. cit. p. i32(5, nota 82). Alcuni scrittori moderni, citati dal co. Mazzucchelli (ib.), gli danno anche un figlio; ma io non veggo eh1 essi producano argomenti a provarlo. Degno però di lode è il Boccaccio che, conosciuti i suoi falli sugli ultimi anni del viver suo, come si è detto, cangiò costumi. E vuolsi qui riferire ciò che in questo proposito narra Filippo Villani a mostrare come egli cercò di toglier il danno che colle sue opere temeva di potere recare all’altrui pietà ed innocenza: Sonci ancora, dice egli (Vite d ili. Fior. p. 16), molte sue opere composte in vulgare sermone, alcuna in rima cantata , alcuna in prosaica composizione descritta, nelle quali per la lasciva gioventù alquanto apertamente il suo ingegno si sollazza, le quali dipoi, essendo invecchiato, stimò di porre in silenzio, ma non potè, come desiderava, la parola già detta al petto rivocare, nè il foco, che col mantice avea acceso, colla sua volontà spegnere. XL1V. Moltissime sono le opere che del Boccaccio ci son rimaste nell’una non meno clic