Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/284

788 LIBRO justific. p. 5o, ee.). Egli però non ha avvertita una circostanza (di questa coronazione, che trovasi in un antico Diario romano pubblicato dal Muratori (Script. rer. itai t. 3, pars 2, p. 843): In nelli MCCCXLI fo laureato Messer Francesco Petrarca, esaminato per lo Re Roberto, in presenza dello popolo de Roma, et foroli posta una corona in capo per lode delli Poeta, e Messer Stephano (Colonna) inSancto Apostolo diè a mangiare ad esso et a tutti i laureati legatori XXIX. Lieto di aver finalmente conseguito il sospirato onor della laurea , partì il Petrarca pochi giorni appresso da Roma, e venuto a Parma vi si trattenne il rimanente di quest’anno e alcuni mesi del seguente co’ Correggeschi suoi protettori ed amici, che ne eran signori, e singolarmente con Azzo, di cui abbiamo altrove veduto quanto onorasse il Petrarca. Ivi ei continuò con indefesso studio il suo poema dell’Africa; e narra egli stesso (ep. ad poster.) che a ripigliare l’interrotto lavoro determinossi un giorno, mentre venuto sul territorio di Reggio trovossi in un bosco che, benchè posto sull’erta di un colle, diceasi Selva piana, e rapito dalla deliciosa veduta che avea sotto gli occhi, si sentì rinascere in seno il poetico ardore, e con tale impegno continuò il suo poema, che in pochi giorni l’ebbe quasi compito. La protezione de’ signori di Correggio fu probabilmente quella che gli ottenne la dignità d’arcidiacono nella chiesa di Parma. L’ab. de Sade afferma che ciò certamente avvenne in quest’anno (t 2, p. 33). Ma ei non ne reca pruova,