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(il 2 LIBRO fallimento della compagnia de’ Bonaccorsi, in cui avea parte il Villani, avvenuto f anno 1345 , gli fu cagione di amarezza e di dolore, poichè senza sua colpa si vide condotto alle pubbliche carceri (Elogi d’ill. Tosc.), ove però non sappiano quanto tempo fosse tenuto chiuso. La fierissima peste del 1348 fu a Giovanni ancora fatale, perciocchè in essa ei morì, come afferma Matteo di lui fratello che continuonne la Storia (l. 1 , c. i). XIV. Tal fu la vita di questo storico, un de’ più colti scrittori di nostra lingua, e un degli uomini più versati nelle cose della sua patria. La Storia di essa ei prese a descrivere assai ampiamente in dodici libri dalla fondazione della medesima fino all’anno in cui cessò di vivere. Ma alla Storia di Firenze ei congiunse le principali vicende di tutte l’altre provincie, onde potrebbe quest’opera avere luogo ancora tra le cronache generali. In ciò che appartiene a’ tempi antichi, io non persuaderò ad alcuno di studiarne sulla scorta di questo autore la storia; tanto egli ancora, come tutti comunemente a questa età, è ingombro d’errori e di favole. Ma ove tratta de’ tempi a lui più vicini e de’ suoi, e ove principalmente scrive le cose a suo tempo avvenute in Toscana, niuno può meglio di lui istruirci; se non che l’esser egli stato del partito de’ Guelfi, non ci permette di rimirarlo come scrittore abbastanza sincero, ove si tratta o del suo, o del contrario partito. Un’altra non lieve accusa si dà al Villani, cioè di aver copiati di parola in parola lunghissimi tratti della Storia di Ricordano Malespini, senza «