Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/547

5 IO LIBRO Racc. d Opusc. t. 25). Questo scrittoi* medesimo pruova , con autentici monumenti, che Benedetto fu figliuolo d’Arrigo (ib. t. 29) ,• e che perciò quel Benedetto d’Arrigo Barzi, che il Panciroli vorrebbe da lui distinto, non fu veramente che un medesimo personaggio col nostro Benedetto. Il Panciroli, e dopo lui il Papadopoli (Hist Gymn. pat t. 1, p. 205) dicono eli’ ei fu professore non solo in Pisa , ma ancora in Siena, in Firenze, in Pavia, in Perugia, in Bologna e in Padova. In fatti nella iscrizion sepolcrale che da essi si riferisce, si dice, fra l’altre lodi di Benedetto: Omnibus Italiae Studiis tua lectio fulsit. In quali anni precisamente tenesse scuola Benedetto nelle mentovate città, non si può stabilire. Certo egli era in Pisa l’anno 1407 come il Fabbrucci ha provato (l. cit. t 29), e morì in Padova a’ 14 di marzo del i4!o, come dall’iscrizion medesima si raccoglie , che ivi gli fu posta nella chiesa degli Agostiniani. Che se anche in Pisa se ne vede il sepolcro, esso probabilmente dovette da lui ordinarsi, mentre ancora vivea , come osserva il Fabbrucci; ma essendo poi morto in Padova , ivi ne rimaser le ceneri. Di alcune operette legali che di lui ci sono rimaste , veggasi singolarmente il citato Fabbrucci (ib. t 25). xl. XL. Chiuda la serie de’ giureconsulti di queCoriusio.’,r° sto secolo , nominati dal Panciroli, Lodovico Cortusio padovano, di cui egli narra (c. 79) che fu professore in patria circa il 1380, e che , oltre i Comenti sulle Leggi, scrisse sopra