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SECONDO DO7 dì segretamente al Marchese di Ferrara. Vedendo questo i Signori Anziani , fecero subito mettere tutti i suoi beni i.i Comune. Anche ebbe egli bando della testa: pure io credo ch’ei facesse bene, perchè poco onore ne avrebbe avuto. L’andata di Bartolommeo a Ferrara fu a lui sorgente di nuova gloria; perciocchè avendo il marchese Alberto istituita ivi, l’anno i 3q i , f università, Bartolommeo fu trascelto ad esservi professore di legge. Ma questa università ebbe allora breve durala, e 1* anno i3q4 fu sciolta, come a suo luogo si è detto. È certo però, che Bartolommeo si trattenne ancora in Ferrara fino all* anno i3()8 in cui fu richiamato a Bologna (ib. p. 205, 563), come narra Jacopo di Delaito (ib. p. 931). Ma assai poco tempo ei potè godere del suo ritorno; perciocchè l’anno seguente in una sedizion popolare ne fu di nuovo cacciato (ib. p. 207, 566). Tornò egli allora a Padova , dove però non sappiamo s1 ei ripigliasse P esercizio della scuola; ma solo veggiamo eh1 ei vi compiè la sua opera sopra il Codice; perciocchè al fine dell’ vm libro, ricapitolando in breve tutte le sue vicende da noi finora descritte, così dice: Et hic sit finis hujus nostrae lecturae. Nam sequentem librum scripsimus Patavii in studio in 1383 (dee leggersi, come si è detto, 1373) a nativitate Salvatoris nostri; et postea primum librum inchoavi in Bononia in millesimo ibi in exordio scripto (cioè nel 1382) et usque ad titulum ad legeni A qui. ibi scripsi; et propter discordias patriae in 1380 (così per errore di stampa invece di 1389)) inde discessi, et