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SECONDO 447 mandati da’ Bolognesi l’anno 1388 a condolersi col marchese Alberto d’Este della morte del march. Niccolò II (ib. p. 530), e in quest’anno medesimo colla sua intercessione salvò dalla morte, che gli era dovuta, Gasparo Calderini celebre canonista, reo di avere scritto più lettere a Urbano VI in danno del Comun di Bologna (ib. p. 532). Un’altra ambasciata sostenne l’an 1389 insieme con Giovanni de’ Fantuzzi a Giangaleazzo Visconti (ib.). XII. Fin qui Francesco avea senza alcuna Suox“;Uo contraddizione goduto in Bologna di potere e.no ritornò d’autorità non ordinaria. Ne’ popolari tumulti" che si eccitarono in Bologna l’anno 1395, egli, benchè malconcio dalla podagra, ebbe ciò non ostante non poca parte. Così gottoso, dice la già mentovata Cronaca (ib. p. 559) e perduto della persona, come era il detto Messer Francesco Ramponi, che era famosissimo Dottore, faceva sul suo letto grandissimi fatti, e molto saviamente, e con gran credito e con poca malevolenza. Ma sulla fine del 1398 essendosi renduto potente e superiore agli altri il partito dei . Zambeccari, Francesco, che era lor nemico, fu per loro comando confinato a Padova; e perchè, come racconta il Ghirardacci (t. 1, p. 4i>l))? Francesco travagliato dalla podagra a’ 20 di gennajo del 1399 non era ancor partito, Carlo Zambeccari mandogli a casa alle sei ore di notte la famiglia del vicepretore, che a mano armata il levaron di letto, e il portaron fuori della Porta, ove posto in una lettica passò a Imola e poscia a Padova. Queste circostanze non si esprimono nelle Cronache bolognesi, ma sembra