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428 LIBRO (ep. 3 ad calc. t. 6, pars 2 TI ics. Antiq. ItaL). Ciò avvenne, come dice il Cortusio (Hist l. 1, c. 14? vol 11 Script. Rer. ital.), nel febbraio del 1312. Sul fine dell’anno stesso ei fu uno degl’inviati da’ Padovani al co. Niccolò di Lozzo (Muss. l. 10, rubr: 2) da cui temevasi il tradimento, che poscia si palesò, contro di loro, affine di renderselo amico e di spiare insieme in quale stato fosser le cose. Quindi nella guerra che ardeva tra Can della Scala e i Padovani, essendo le truppe nimiche venute a battaglia a’ 16 di settembre del 1314? ed essendo stati sconfitti i Padovani, fu tra’ prigioni lo stesso Rolando (id. de Gestis italic. l. 6, rubr. 2; Cortus. l. 1, c. 24); ma poscia conchiusa nell’ottobre dell’anno stesso la pace, e renduti per l’una parte e per l’altra i prigionieri (Muss. ib. rubr. 10), Rolando ancora riebbe la libertà. La pace tra’ Padovani e Can della Scala non fu molto durevole; e venuti presto di nuovo all’armi, i Padovani furon la seconda volta costretti a implorare la pace l’anno 1318, e un de’ deputati a trattarla, che dal Cortusio si chiamano i maggiori tra’ cittadini di Padova (l. 2, c. 25), fu il nostro Rolando. Ma rotta di nuovo la pace nel seguente anno 1319, Rolando con alcuni altri de’ più ragguardevoli Padovani fu inviato nel gennaio del 1320 a Bolzano, ove dovea trovarsi Federigo duca d’Austria, per concertar con lui la più sicura maniera con cui abbattere un sì potente e implacabil nemico (ib. c. 36); ma nè Federigo vi si potè ritrovare, e gli ordini da lui inviati a Cane ricevuti furono con disprezzo. Finalmente