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TERZO 741 nell’xi secolo, cui abbiamo altrove mostrato non provarsi abbastanza che fosse greco; e stupisco ancora che il Baldinucci non abbia potuto recare un solo autore antico che affermi aver Cimabue appresa l’arte dai Greci. La sola ragione che tra le arrecate dal Baldinucci mi sembra non dispregevole, si è che il capriccio degli uomini non soffre legge} e che comunque si potessero aver altronde pittori, i Fiorentini vollero averli di Grecia. Ma converrebbe produrre testimonianze di antichi scrittori che affermino che così fu veramente. Aggiungasi che qui il Vasari ha certamente commesso errore} perciocchè egli dice che i pittori greci cominciarono, fraW altre opere tolte a fare nella Città, la cappella de’ Gondi, di cui oggi le volte e le facciate sono poco meno che consumate dal tempo, come si può vedere in Santa Maria Novella allato alla principale cappella, dov ella è posta (p. 234). Il Baldinucci in difesa ancora di questo passo ha parlato nel’ suddetto suo dialogo assai lungamente} ma per quanto egli abbia cercato di scusare il Vasari, i più esatti moderni scrittori, e singolarmente monsignor Bottari nelle sue note al Vasari e il sig. Domenico Maria Manni (Sigilli, t. 2, p. 9) han chiaramente provato l’errore di amendue questi scrittori, mostrando che la chiesa di Santa Maria Novella fu rifatta da’ fondamenti l’anno 1350. Siegue poscia il Vasari ad annoverare molte altre pitture da Cimabue fatte in Firenze, in Pisa, in Assisi, alcune delle quali si conservano ancora. E io non dubito punto che s’egli avesse scritta la sua opera a questi