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SECONDO 4^5 commentis illustraverat, cujus tempore studium Papia et Mediolano fuerat translatum Vercellis. Questa traslazion dello Studio da Pavia e da Milano a Vercelli è nota al solo autore delle Cronache; nè a me è avvenuto di trovare alcun monumento da cui si provi che in quelle due città in questo secolo fosse pubblico e generale Studio. Ma sembra che qui si accenni il trasporto dello Studio di Padova a Vercelli, di cui si è ragionato nel primo libro, avvenuto l’an 1228, che coincide bensì coi tempi dell’ab. Tommaso, ma non con quelli di S. Antonio di Padova, il quale, essendo morto nel 1231, più anni prima dovette recarsi a quello Studio, e che il cronista abbia per errore scritto Pavia e Milano in vece di Padova. E non potrebbesi per avventura congetturare che questo trasporto medesimo seguisse per opera del Cardinal Guala? Ei morì veramente l’an 1227, e il trasporto non fecesi che nel seguente. Ma forse egli n’avea concepito il disegno, e ne stava disponendo T esecuzione, che poi non ebbe effetto, se non poichè egli fu morto. Questa però non è che una semplice mia congettura, che non ha alcun fondamento sicuro su cui sostenersi. Un’altra pruova del sapere di questo celebre cardinale è la copiosa biblioteca ch’egli avea raccolta, cosa rarissima a que’ tempi, e che non praticavasi che da uomini facoltosi insieme e dotti. Di essa ancora ei fece dono al suo monastero di S. Andrea, e noi ne abbiamo altrove più lungamente parlato (l. 1 , c. 4). TlRABOSr.ilI , Poi. IV. JO