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234 LIBRO raccoglitori delle Vite de’ Papi, e que’ che ci han date su questo argomento dotte dissertazioni, nulla ci accennan di queste. Degli scrittori delle Vite de’ Santi già ho avvertito più volte che non è mia intenzione di tenere ragionamento. Ma non vuolsi ommettere uno che maggior lavoro intraprese, e che col suo esempio eccitò molti altri a entrare in somigliante carriera j parlo di Jacopo da Voragine ossia da Varaggio, luogo della Riviera occidentale di Genova, da cui l’antica famiglia di esso prese il nome. Egli, dopo gli antichi scrittori delle Vite de’ santi Padri dell’Eremo, fu il primo che prendesse a raccogliere in un sol corpo le Vite de’ Santi, quali gli riuscì di trovare scritte da diversi autori, la qual opera per la sua utilità fu poi detta Leggenda aurea (*). Le moltissime edizioni che se ne son fatte fin verso la metà del secolo xvi, e che da’ PP. Quetif ed Echard (Script. Ord. Praed. t. 1, p. 455) si annoverano, ci fan vedere quanto ella fosse una volta pregiata. Ora appena v’ha chi la degni di un guardo. Nè io consiglierei alcuno a ricercar in essa le giuste ed esatte notizie intorno alla vita de’ Santi. Le favole vi sono sparse per entro troppo liberalmente. Ma perchè incolparne il diligente (*) F. Jacopo da Voragine non fu il primo dopo gli antichi a scriver le Vite de’ Santi. Questa lode deesi con più ragione a F. Bartolommeo da Trento esso ancora domenicano, il quale pi ima di Jacopo prese a scriverle. 11 eh. P. abate Tiombelli ne possedeva l’originale, di cui si hanno ancora diverse copie -, e i Bollandisti ne linnno alcune volte fatto nso. Egli accenna in un luogo che scriveva nel ia44) cioè in quell’anno in cui Jacopo entrò nell’Ordine de’ Predicatori: hoc anno idest