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174 LIBRO non le rammenterò qui una ad una. poichè se ne può vedere il Catalogo presso i mentovati scrittori, e presso il Fabricio (Bibl. lat. med. et inf. aet. t. 4, p. 41) e il Nicodemo (Addiz. alla Bibl. napol. p. 91), che annoverano ancora le loro edizioni, e segnano quelle che non son pubblicate. Mi basterà l’accennare che molte d’esse sono Comenti su varii libri della sacra Scrittura, altre sono ascetiche, altre contengono le celebri sue Profezie. Ciò che è degno d’essere osservato, si è che Gioachimo si accinse a comentar la sacra Scrittura per espresso volere de’ romani pontefici. L’arcivescovo Luca racconta ch’egli nel secondo anno del pontificato di Lucio III, cioè l’anno 1183, venuto innanzi al pontefice, prese a parlare nel Concistoro dell’interpretazione della Scrittura , e della concordia del Vecchio e del Nuovo Testamento; che ottenne da lui licenza di scrivere su tale argomento, e che prese a stendere i suoi Comenti sopra l’Apocalissi, e sopra la concordia de’ due Testamenti. Il Greco, e dopo lui il Papebrochio han pubblicato un Breve di Clemente III scritto l’anno 1188 allo stesso abate Gioachimo, in cui lo esorta a condurre a fine le suddette due opere, ed egli pure rammenta il comando che di ciò avuto avea, non sol da Lucio III, ma anche da Urbano III, di lui successore. La stima in cui questi romani pontefici ebbero Gioachimo, è una chiara ripruova ch’egli era conosciuto qual uomo di virtù e di sapere non ordinario. Per ciò che appartiene ad Urbano III, leggiam nella Vita che ne scrisse Bernardo di Guidone, pubblicala