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/ 146 LIBRO soprannome dalle immense ricchezze da essi raccolte, e riportate da’ loro viaggii. Racconta poscia il Ramusio che non molti mesi, dappoichè furono giunti a Venezia, sendo venuta nuova, come Lampa Doria Capitano dell’armata de’ Genovesi era venuto con settanta galee1, fino all’Isola di Curzola. e d ordine del Principe e della Illustrissima Signoria fatte che fu. rono armare molte galee con ogni prestezza nella Città, fu fatto per il suo valore sopracomito d una Messer Marco Polo; qual insieme con V altre essendo il Capitano Generale Messer Andrea Dandolo nominato il Calvo, molto forte e valoroso gentilhuomo, andò a trovar l’armata Genovese, con la qual combattendo il giorno di nostra Donna di Settembre, ed essendo rotta (come è comune la sorte del combattere) la nostra armata, fu preso. Perciocchè avendosi voluto mettere avanti colla sua galea nella prima banda ad investir l’armata nemica, et valorosamente et con grande animo combattendo per la patria e per la salute de’ suoi, non seguitato dagli altri rimase ferito et prigione. Fin qui il Ramusio, il quale continua poscia a narrare delle cortesi accoglienze che Marco ebbe in Genova, e come ad istanza de’ Genovesi, fattesi venir da Venezia le sue memorie, prese a scrivere le relazioni de’ suoi viaggi, e come pochi anni appresso egli ottenne ancora la libertà. Dell’anno in cui morissero egli e Niccolò e Maffio, il Ramusio non fa parola. Or quanto alla prigionia di Marco, e all’occasione in cui egli scrisse la storia de’ suoi viaggi, l’autorità da noi mentovata poc’anzi del codice