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QUARTO 5o5 Ferdinando Caccia erudito scrittor bergamasco, il quale l’anno i’ /jS avea pubblicata una sua operetta contro il Muratori, in cui erasi sforzato di sostenere l’antica opinione intorno all’età di Mosè, poichè ebbe veduto l’arrecato testo d’Anselmo, con quella sincerità eh’ è propria degli uomini dotti, ritrattò il suo parere in un’aggiunta alla stessa operetta stampata l’anno 1764; anzi a conferma dell’opinione del Muratori aggiunse che in un archivio di Bergamo conservasi ancora una lettera dello stesso Mosè scritta da Costantinopoli a Pietro suo fratello e proposto della cattedrale nella stessa città di Bergamo (20). Che poi Mosè appartenesse alla nobil famiglia de’ Mozzi, che in Bergamo sussiste e fiorisce ancora, a me pare che dal chiarissimo Muratori si neghi senza bastevole fondamento. Il negherei io pure, se credessi che Mosè fosse vissuto al secolo ottavo, (a) 11 sig. Caccia poteva dire più chiaramente che l’accennata lettera si conserva nell’archivio capitolare di Bergamo; ma poteva anche aggiugnere ciò che avrebbe ultimata la questione intorno al suo cognome , e ciò che ora mi obbliga a cambiar sentimento , cioè che in essa egli si dice Mosè del Brolo, e che egli perciò non appartiene alla famiglia dei Mozzi. Sembra che questi sia quel Mosè, detto scrittor greco, di cui nella reale biblioteca di Parigi conservasi un opucolo ms. in quo nonnulla S. Hieronymi Epistolae ad Paulinum loca explicanlur (Cai. Al SS. Bibl. Reg. Paris, vol. 3, cod. 548!) che trovasi pure in due codici di Lipsia riferiti dal Fellero (p. 62, 73), e pare la stessa operetta che si conserva ancora nella biblioteca di S. Marco, come mi ha avvertito il sig. D. Jacopo Morelli. Questa così comincia: Praeteriere jam plures anni, posteaquam litteris suis me quidam clericus nomine, ec.