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QUARTO 4ìJ9 in ogni cosa paragonato agli antichi (ib. c. 44); di cui sono, per testimonio del canonico Mari (in not ad h. l.), alcuni Inni nel Breviario benedettino. Altri per somigliante maniera valorosi poeti si rammentano da Pietro Diacono; anzi appena vi è alcuno de’ monaci casinesi di questi tempi, di cui egli ragioni, e di cui non rammenti qualche poetico componimento. L’esser poeta era allor cosa facile, perchè bastava fare de’ versi per ottenere un tal nome. Ma ciò non ostante noi dobbiamo, come altre volte ho detto, e lodare e ringraziare ancora questi, qualunque fossero, coltivatori della poesia, poichè per mezzo loro e sono fino a noi giunte le migliori opere degli antichi poeti, e non è interamente perita quest’arte, sicchè riuscisse poi troppo difficile il ravvivarla. VIII. Non si ristette però tra ’l silenzio de’ chiostri monastici di Monte Casino lo studio della poesia; ma altri ancora vi ebbe che ad essa si volsero, e taluno con assai maggiore felicità che non era ad attendersi a que’ tempi. Fra essi io nominerò dapprima Guglielmo della Puglia, autore di un poema in cinque libri diviso su le imprese de’ Normanni in Italia dalla prima loro discesa fino alla morte di Roberto Guiscardo. I Maurini autori della Storia letteraria di Francia dicono (t 8, p. 488, ec.) ch’egli ebbe il nome di Pugliese, non perchè ei fosse natio di quella provincia, ma solo pel lungo soggiorno ch’egli vi fece; e protestano che il solo amore di verità li conduce a seguire questa opinione; e si sforzano di arrecare congetture e ragioni colle quali ad essi sembra di