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488 unno era alla corte di Manuello Comneno interprete delle leggi imperiali. Di questi due fratelli tratta assai eruditamente il dottissimo e da me altre volte citato monsig. Giangirolamo Gradenigo (Della Letterat greco-ital. c. 8). Nel capo v dovrem ragionare di Giovanni famoso filosofo italiano, che pel suo sapere acquistossi in Costantinopoli straordinaria fama; e di altri pure dovrem rammentare le traduzioni che di più libri greci fecero in lingua Ialina. Alcuni greci poetici componimenti di un Costantino siciliano , che dicesi filosofo e gramatico nel secolo xi, conservansi in Firenze nella biblioteca Laurenziana (lì andai. Cat.MSS. Codd. gr. li ibi. Laur. t. 2, p. a li). «Al principio dell’xi secolo anche alcuni notai affettarono di mostrarsi dotti nel greco, scrivendo in questa lingua il lor nome al fine degli stromenti da essi stipulati. Due esempj se ne posson vedere nel Codice Diplomatico Nonantolano da me pubblicato (Stor. della 1ladia diNonant. t. 2,p. 152) ». Aggiungami alcune pitture di questi tempi, in cui si veggono scritte lettere e parole greche, e molti codici greci scritti a questa medesima età, de’ quali però converrebbe accertare se scritti fossero in Italia, o ne’ tempi più tardi vi venisser d’altronde; de’ quali argomenti tratti dalle pitture e da’ codici greci veggasi il sopraccitato monsig. Gradenigo (l. cit. c. 5,6). Io per non allungarmi di troppo, mi ristringerò a due soli che maggiori pruove diedero del lor sapere in questa lingua; cioè a Papia e a Burgundione ossia Burgondio , pisano (*). (’) A gl* Itoliani che nel secolo xii coltivarono la lingua