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l68 LIBRO racconta che S. Gregorio diè alle fiamme la palatina biblioteca , quest’uomo medesimo con ammirabile serietà ci racconta un tal fatto. Eccone le precise parole (Polycr. l. 5, c. 8): Ut vero in laude Traiani facilius acquiescant, qui alios ei praeferendos opinantur, virtutes ejus legitur commendasse sanctissimus papa Gregorius, et fusis pro eo lacrimis inferorum compescuisse incendia—Quindi narrata la virtuosa azion di Traiano, che gli meritò ricompensasi grande, prosiegue: Fertur autem beatissimus Gregorius papa tamdiu pro eo fudisse lacrymas, donec ei revelatione nuntiatum sit, Traianum a poenis inferni liberatum, sub e a /amen conditione, ne ulterius pro aliquo infideli Deum sollicitare praesumeret. Crede egli dunque il Bruckero un tal fatto? E perchè nol crederà egli? Rilegga di grazia tutto il lungo passo con cui egli si sforza di mostrarci degno di fede il racconto dell’incendiata biblioteca, e vedrà che gli stessi argomenti valgono ancora a favore della liberazion di Traiano. Qui ancor si può dire che Giovanni accenna scrittori e libri antichi da cui avea tratta tal cosa: legitur, jerti tr; eli’ ci non gli nomina, perchè in una cosa certissima e nota a tutti bastava accennare la comun fama; ch’egli scrisse tal cosa in faccia alla chiesa e alla università di Parigi, e niuno vi ebbe che l’accusasse o di menzogna, o di errore, e che anzi tutti col lor silenzio approvarono un tal racconto, come cosa al mondo notissima, e gloriosa al santo pontefice (App. 659, 660). Ma ciò non ostante il Bruckero non vorrà credere certamente che