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204 parte terza



Teatro introdotto in Roma da Livio Andronico. II. Noi abbiamo dunque l’autore della prima azion teatrale che si vedesse in Roma, e l’epoca ancora ne abbiamo, che noi coll’autorità de Fasti Capitolini fisseremo all’anno 513. Piacemi a questo luogo di riportare il passo dello storico Livio, ove tutta l’origine del teatro romano, e ciò che da Andronico vi fu primamente introdotto, diligentemente descrive: Poichè la violenza della peste, dic’egli all’anno di Roma 389 (Dec. 1, l. 7), nè per umano consiglio, nè per divino aiuto non rimetteva, dicesi che tra le altre cose a placar lo sdegno de’ Numi adoperate, i giuochi scenici ancora s’introducessero; oggetto nuovo a quel popolo bellicoso che gli spettacoli soli del Circo avea finallora veduti. Fu questa nondimeno allora, come esser sogliono tutti i principii, cosa tenue e presa ancora dagli stranieri. Alcuni giocolieri fatti venir dall’Etruria, senza versi di sorta alcuna, a suon di flauto saltando menavano alla maniera loro non isconce danze. La gioventù romana prese poscia ad imitarli, scherzando vicendevolmente tra loro con rozzi versi, e saltando in maniera alle cose che essi dicevano adattata. Ebbe plauso la cosa, e col frequente ripetersi venne in uso. Gli attori detti furono istrioni dall’etrusca parola ister con cui appellavansi i giocolieri; e non usavano già più essi i rozzi e mal tessuti versi fescennini, ma una specie di satira composta a metro, e accompagnata da canto e da salto regolato a suono di flauto. Livio fu il primo, alcuni anni dopo, che, lasciate le satire, osò di prendere un determinato argomento dell’azion teatrale, recitando