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126 parte

Dotti di Parigi (Journ. des Scav. 1705, p. 532). Queste dimostrazioni però erano fino allora state speculative soltanto, e niuno, ch’io sappia, erasi accinto a tentarne la pratica. Ma abbiamo nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze una dissertazione di M. Dufay (an. 1726), in cui colle sperienze da sè fatte dimostra possibile uno specchio che produca sì maraviglioso effetto. In maniera ancora più chiara si mostra lo stesso fatto possibile colle sperienze del celebre M. Buffon, di cui si può vedere la bella dissertazione inserita nelle stesse Memorie (anno 1747, p. 82). Descrive egli in essa per qual maniera per mezzo di molti specchi piani, che in un foco comune riflettevano i raggi del sole, gli venne fatto di ardere fino alla distanza di 150 piedi, benchè col sole assai debole di primavera; e aggiugne ch’egli sperava di potere con nuove sperienze giugnere sino alla distanza di 400 piedi, e forse ancora più oltre.


Ancorchè cotali specchi sian possibili, il fatto non è probabile. XXVI. Non si può dunque dubitare che non possano i raggi del sole accender fuoco a quella distanza a cui esser doveano le navi romane nell’assedio di Siracusa. Ma è egli probabile che ciò accadesse? Qui è dove io incontro la maggior difficoltà. Affinchè una materia pe’ raggi del sole s’infiammi e prenda fuoco, conviene ch’ella sia ferma ed immobile; perciocchè non potendosi il fuoco eccitare in un momento, se i raggi vanno a percuotere or in un punto, ora in un altro, non produrranno mai quest’effetto. Inoltre se la materia non è tale che presto prenda fuoco e s’infiammi, molto tempo richiedesi, perchè la fiamma si accenda e si