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bue; secondo altri per ultimo, una massa di farina impastata a forma di bue, per l’abborrimento in cui egli aveva i sagrificii sanguinosi (V. Brucker. loc. cit. p. 1061). Altre geometriche scoperte a Pittagora o a’ suoi discepoli vengono, ma con minor certezza, attribuite, che si posson vedere presso il Bruckero e il Montucla. Egli, secondo Laerzio (l. 8, c. 14), introdusse il primo nella Grecia l’uso de’ pesi e delle misure. L’astronomia ancora molto debbe a Pittagora, e può a ragione l’Italia nostra gloriarsi che molte sentenze che ora sono da tutti i più valorosi astronomi ricevute, avessero in essa fin da’ più antichi tempi l’origine1. Due de’ più celebri Neutonìani, cioè il Gregori e il Maclaurin, confessano che Pittagora ha scoperta egli il primo la legge fondamentale della gravitazione de’ corpi celesti verso il sole, cioè che questa è in ragione inversa de’ quadrati della lor distanza da esso (V. Dutens t. 1, p. 156, ec.). La distribuzione della sfera celeste, dice il lodato Montucla citando gli antichi scrittori, l’obbliquità dell’ecclittica, la rotondità della terra, l’esistenza degli antipodi, la sfericità del sole e degli altri astri, la cagione della luce della luna e delle sue eclissi, e di quelle ancora del sole, furono da Pittagora insegnate. Che più?

  1. Delle opinioni di Pittagora e de’ Pittagorici intorno a tutto ciò che all’astronomia appartiene, merita ancora di esser letta la Storia di M. Bailly, in cui dottamente non meno che esattamente ogni cosa si esamina (Hist. de l’Astron. ancienne, p. 206, ec. 446, ec.)