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DINO FRESCOBALDI

32 Seconda meta del sec. xiii
P
ER tanto pianger ch’i miei occhi fanno,

Lasso! faranno l’altra gente accorta
               Dell’aspra pena, che lo mio cor porta
               4Delli rei colpi che ferito l’hanno:
          Chè i miei dolenti spirti, che vanno
               Pietà caendo, che per loro è morta,
               Fuor della labbia sbigottita e smorta
               8Partirsi vinti, e ritornar non sanno.
          Questo è quel pianto, che fa gli occhi tristi
               E la mia mente paurosa e vile,
               11Per la pietà che di se stessa prende.
          O dispietata saetta e sottile,
               Che per mezzo lo fianco il cor m’apristi,
               14Com’è ben morto chi ’l tuo colpo attende!


LAPO GIANNI

33 Seconda metà del sec. xiii
Q
UESTA rosa novella,

Che fa piacer sua gaia giovanezza,
               Mostra che gentilezza,
               Amor, sia nata per virtù di quella.
          5S’io fossi sufficiente
               Di raccontar sua maraviglia nuova,
               Diría come Natura l’ha adornata:
               Ma io non son possente
               Di savere allegar verace prova:
               10Dillo tu, Amor, che sarà me’ laudata.
               Ben dico: una fïata
               Levando gli occhi per mirarla fiso,
               Presemi ’l dolce riso,
               E gli occhi suoi lucenti come stella.

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