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mo sopra sessanta già si contano i corpi disotterrati; in modo che fra le angustie dobbiamo rendere grazie all’Altissimo di averci dato un tanto Benefattore.
Uguali obbligazioni dobbiamo al nostro piissimo Pastore, il quale non mancò di subito sollevarci con quanto aveva del proprio, e specialmente nel farci somministrare quegli Spirituali Sussidj, che posero in quiete le anime nostre, e ci disposero anzi a rendere grazie al Dio, che giustamente per le nostre colpe ci à flagellati.
e però luttuose, sono le circostanze di Cagli, infelici del pari si odono le nuove delle vicine Contrade.
Da S. Angelo in Vado si sente, che le Case abbiano gravemente patito, e più d’ogni altro edifizio il Convento de’ PP. Min. Osservanti, quello de’ PP. Conventuali, e il Monastero di S. Catterina, dove per essersi precipitata la Chiesa sono perite diverse persone, ed alcune Monache, che si trovavano in Coretto ad ascoltare la S. Messa; e nella campagna egualmente si veggono diroccate in gran parte le Case e le Chiese, e specialmente quella di S. Pietro in Metola.
Sentesi dalla Città d’Urbino, che in quel Metropolitano magnifico Tempio si vede una piccola sì, ma penetrante fessura nel mezzo del volto, che tutte le Fabbriche, quali più quali meno, si trovano danneggiate, e più delle altre il Collegio, e le Chiese di S. Domenico, e di S. Francesco; che del gran Palazzo poi Apostolico gravissimo è il danno, che viene ad avere sofferta la muraglia di facciata, e l’arringhiera del giardino; e che gli Abitanti di quella Città intimoriti dalle ripetute scosse, che in numero di dodici si erano ivi in detto giorno fatte sentire, nella maggior parte si sono ritirati in campagna.
La Città di Urbania non à patito meno, e specialmente in campagna la Chiesa Parrocchiale di S. Donato colla sua improvvisa ed instantanea caduta è stata l’eccidio di 70. e più persone col Paroco, che vi celebrava.
Cantiano parimente non n’è rimasto illeso, e nella sua Villa, chiamata Palcano, è caduta la Chiesa, e delle 70. persone, che vi erano, 20. perirono nell’istante, e 40. si trovano così mal ridotte, che danno poca speranza di vita. Anche l’altra Villa, detta Chiaserna, à le sue abitazioni tutte rovinate, benchè de’ morti non contasi che una sola Donna.
Fossombrone, Pergola, e tutti i circonvicini luoghi contano poche case, e Tempj, che non sieno rimasti offesi. Il Castello di Mont’Ajate è divenuto un mucchio di sassi. Sestino poi e Carpegna ànno
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