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et Menses sex tenuit Principatum . La proibitione di esser chiamato Signore, dice il Sabellico, per sentenza d’Orosio, che fu fatta nel proprio giorno del Santissimo Natale di Christo N. Redentore. Comportò, e si compiacque d’esser chiamato Turino,sperche in Turi il Padre vinse li servi fuggitivi; godè del Nome di Cesare per l’adottione, che fece di lui Caio Giulio Cesare suo Zio; non proibì il Titolo di Quirino (cosi fù chiamato Romolo) si contentò del Nome d’Augusto per la pienezza della sua Maestà, quasi venerabile , perche, come nota Pausania, Nomen Augustus Gracorum lingua Sebastus, idest Venerabilis verti potest; con tutto ciò mai volse esser chiamato Signore, quantunque, Publio Nigidio (quasi profeticament ) nel giorno del suo natale dicesse, Dominum Terrarum Orbi natum . Non mi maraviglio molto di questa modestia, perche egli apprese da’ Libri Sibillini, e vidde nel Cielo, prostrato in terra, e adorò quel Fanciullo, che in braccio d’una Donna stava in un Circolo luminoso, e lo riconobbe per vero Signore, e Padrone della Terra, e del Cielo .

Narra di più Niceforo Calisto, che Ottaviano Augusto alzasse un’Altare con nome di I, con l’Inscrittione, che diceva, ARA PRIMOGENITI DEI, e la caggione dice, che fosse, perche egli andò all’Oracolo d’Appolline Pithio, di cui chiede di sapere, chi doveva esser suo Successore nell’Impero, doppo la sua morte; e sè bene tre volte li fece il Sacrificio massimo chiamato Hecatombe , mai l’Oracolo li rispondè; alla fine importunato, disse la caggione del silentio usato, e manifestò à suo mal grado il vero Signore del Mondo con questi tre versi registrati da Suida.


Me Puer bebraus divos Deus ipse gubernans
     Cedere sede iubet, tristemq. redire sub Orcum,
     Aris bine igitur tacitus discedito nostris .

Sentita, e ponderata questa risposta Ottauiano, se ne ritor no à Roma, e nel Capitolio alzò l’accennato Altare; ecco le parole di Niceforo, Tali responso accepto Cæsar Romam est reversus, atque ibi in Capitolio Aram Maximam extruxit cum eiusmodi latina Inscriptione, Ara Primogeniti Dei.

Non voglio tacere un Prodigio grande delle felicità di