Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu/69

60 atto qvarto

Tu lo fuggisti.     Sil.      Io, seguitando un lupo,
Mi rinselvai nel più profondo bosco,
Tanto, ch’io ne perdei la traccia. hor mentre
Cerco di ritornare, onde mi tolsì,
Il vidi, e riconobbi à un stral, che fitto
Gli haveva di mia man presi un’orecchio.
Il vidi con molt’altri, intorno à un corpo
D’un’animal, c’havea di fresco ucciso:
Ma non distinsi ben la forma. il lupo
Ferito, credo, mi conobbe, e’ncontro
Mi venne con la bocca sanguinosa.
lo l’aspettava ardita, e con la destra
Vibrava un dardo. tu sai ben, s’io sono
Maestra di ferire, e se mai soglio
Far colpo in fallo. Hor, quando il vidi tanto
Vicin, che gisto spatio mi parea
A la percossa, lanciai un dardo, e’n vano:
Che, colpa di fortuna, ò pur mia colpa,
In vece sua colsi una pianta: allhora
Più ingordo incontro ei mi venia. & io,
Che’l vidi sì vicin, che stimai vano
L’uso de l’arco, non havendo altr’armi,
A la fuga ricorsi. io fuggo, & egli
Non resta di seguirmi. Hor, odi caso:
Un vel, c’haveva involto intorno al crine,
Si spiegò in parte, e giva ventilando,
Sì, ch’ad un ramo avviluppossi. io sento,
Che non sò chi mi tien, e mi ritarda.

Io,