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grano» di pepe serviva di araldo, precedendo con passo deciso e proclamando con accenti fieri di volere entrare in compagnia di Ermanno in seminario; anzi, a tale proposito, madamigella offrì di sè pubblico e non confortevole spettacolo, giacchè presso la soglia del pio istituto si buttò lunga distesa nella polvere, grattando la terra con le unghie e urlando a gola spalancata che Ermanno andava in prigione e che lo facevano morire.

Ma solo il vecchio Titta ebbe pietà di lei e la trascinò via, tergendole il visetto bruttato di fango e suggerendole amichevolmente di non piangere, non disperarsi.

O Sem fratello di Cam, consigliere a Serena di rassegnazione, guardatevi in cortesia per un attimo dentro uno specchio e poi dite se non sono lacrime quelle che stillano adesso dai vostri occhi arrossati! Il vecchio e la signorina furono peraltro adeguatamente puniti della loro comune pervicacia, giacchè, quando tornarono sui loro passi con ciglio asciutto, trovarono chiuso il verde portone e si allontanarono sconfitti, in quella appunto che, dentro la cappella del seminario, si andava compiendo, al cospetto dei chierichetti e di pochi invitati, la bella cerimonia della vestizione.

Vanna, abbigliata di velluto nero, in ginocchio dietro la quadruplice fila dei giovinetti, provava un misto di gioia e di rammarico, un rimpianto acuto come di una parte viva in lei che morisse, una speranza trepida come di qualche cosa in lei