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contrario; e tale aspettavano que’ confederati dover essere quel di loro che imperasse ; ma riuscì l’ opposito.

XCV1II. Valerio Festo Legato dapprima gli iesse bene e con fede; poi vario: in pubblico mandava lettere e bandi in favore di Vitellio, e in segreto avvisava Vespasiano, per tenere da chi vincesse. Per le Gallie e per la Rezia furon presi soldati e Centurioni , con lettere e ordini di Vespasiano, e mandati a Vitellio e uccisi; i più scamparono per loro astuzia o spalla d’amici; e così gli apparati di Vitellio eran noti, e i disegni di Vespasiano per lo più segreti ; prima per trascuranza di Vitellio, e perchè gli avvisi non passavano nè per Pannonia, standovi le guardie a’ passi ; nè per mare, regnando l ’ Etesie , che portano in Oriente e non lascian tornare.

XGIX. Spaventato finalmente dalle atroci novelle da ogni banda che il nimico veniva fulminando, spedisce alla guerra Cecina e Valente. Quegli partì prima, questi indugiava, per riaversi d’una grave malattia. Uscendo c!i Roma il germano esercito, non parea d’esso; non v’ era vigor di corpi, non ardor d’animi : marciavano lenti e radi: cascavan loro l’armi di dosso: non potevano i cavalli sgranchiare : non sole, polvere, pioggia i soldati patire ; aJle fatiche maturi, nelle qiistioni fastidiosi. Cecina all’ antica sua ambizione accompagnò nuova pigrizia; datosi per troppa feli;ità ai piaceri, o pensando a far fellonia, impoltroniva l ’ esercito ad arte. Credettesi per molti, che Flavio Sabino mettesse a Cecina il cervello a partito, facendogli da Rubrio Gallo offerir, volendo servire Vespasiano, il foglio bianco; ricordandogli che.