Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/280

i soldati trovava; esortava i valenti con lode, i pigri con l' esempio, più incitando che riprendendo, i difetti, non le virtù, degli amici dissimulando. Molti onorò di prefetture e procuratorie: più fece senatori ; tutti prodi uomini che tosto a sommi gradi saliro: ad alcuni servì per virtù la fortuna. De' donativi a' soldati, e Muciano nel primo aringare andò scarso, e Vespasiano offerì meno nella civil guerra che gli altri non usavano nella pace: col tener forte di non largheggiare a' soldati, l' esercito faceva migliore. Con ambasciadori fermò il Parto e l’ Ar^ meno per non aver molestia alle spalle, ignude di forze, occupate in guerra civile. Parve che Tito dovesse tener la Giudea, e Vespasiano la chiave d' Egitto ; e che ad affrontar Vitellio bastasse parte delle forze , Muciano Capo, il nome di Vespasiano e il destino che tutto puote. Si scrisse a tutti. gli eserciti e Legati, che a ciascuno dei Pretoriani da Vitellio cassi e offesi, offerissero il soldo.

LXXXIII. Muciano con gente spedita, a guisa di compagno dell'Imperio, non ministro, marciava, nè adagio, per niuna paura mostrare, nè ratto, per dar tempo alla fama di crescere; sapendo d' aver poche forze e credersi le cose lontane esser maggiori. Ma dietro gli veniva la legion sesta con grande squadra di tredicimila vessillarj. L' armata aveva fatto venire del Mar Maggiore a Costantinopoli; e stava in dubbio di lasciar .la Mesia: e con tutti i cavalli e fanti andar a Durazzo ; e con le galee chiudere il mare verso Italia,, e dietro assicurar l' Acaia e l' Asia disarmate ; che non si guardando, andrieno in bocca a Vitellio; il quale ancora non saprebbe qual parte d'Italia si difendere 5 se tutti i liti di Brindisi, Taranto ,