Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/113


— 103 —

disegnatore, di esprimere chiaramente l’idea con quegli elementi. Poi ebbe un’ispirazione (non gli mancava neppure un’ispirazione): la vignetta doveva rappresentare un fanciullo decenne che conduce un vecchio ubriaco. Chiamò anche un disegnatore che eseguisse subito il disegno. Ne ebbe uno sgorbio e il vecchio lo rifiutò e dichiarò che quando sarebbe stato ben sano avrebbe cercato lui stesso in città il disegnatore che facesse al caso suo.

Nella bella stagione ch’era finalmente arrivata, il vecchio si metteva a scrivere già di buon mattino. Lasciava poi volentieri di scrivere per sottoporsi alle solite cure perchè ciò non significava un’interruzione del suo lavoro. Niente poteva stornare il suo pensiero che camminava e si evolveva sempre. Scriveva poi di nuovo fino all’ora della colazione poi dormiva per un’oretta sulla sua poltrona, di un sonno tranquillo e privo di sogni e ritornava al suo tavolo per rimanervi scrivendo e meditando fino all’ora della sua passeggiata giornaliera in vettura. Andava a Sant’Andrea accompagnato dalla sua infermiera o, talvolta, dal medico. Faceva qualche passo lungo la spiaggia. Guardava l’o-