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cerità da ogni malizia. Ed era una sincerità facile perchè non si trattava di confessare, ma di studiare e scoprire.

Non scriveva più per la giovinetta. Avrebbe dovuto tenersi terra terra per essere da lei compreso e non ne valeva la pena. Egli credeva di scrivere per la generalità e forse anche per il legislatore. Non ricercava egli una parte importante delle leggi morali che, secondo lui, dovevano reggere il mondo?

Sconfinata era la fiducia che fu versata nel suo animo dal lavoro. La teoria era lunga e perciò non si poteva morire prima di averla compiuta. Gli pareva di non dover aver fretta. Una potenza superiore avrebbe vigilato perchè egli potesse arrivare alla fine della sua opera tanto importante. Fece il titolo con la sua bella e grande scrittura: Dei rapporti tra vecchiaia e gioventù. Poi, quando s’accinse alla prefazione, pensò che per la pubblicazione avrebbe dovuto far disegnare una bella vignetta illustrativa del titolo. Non trovò il modo di mettervi quella piattaforma della Tramvia con la giovinetta al freno e un vecchio che la strappa al lavoro. Era difficile, anche da parte del miglior