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12 sulla maniera e la utilità

non sopra gli stessi pensieri, almeno sopra gli stessi emistichj somiglianti; e la struttura de’ versi prende naturalmente una monotonia noiosa; dalla quale può bene talora liberarsi l’ingegno quando più s’alza ne’ suoi voli, ma non quando cammina per così dire sul piano, e passa d’uno in altro argomento, e spiega il suo concetto, e raccoglie le sue forze, e prepara i suoi colpi.

Sono perciò rare tra’ Francesi le buone traduzioni poetiche; eccetto le Georgiche volgarizzate dall’abate De-Lille. I nostri traduttori imitan bene; tramutano in francese ciò che altronde pigliano, cosicchè nol sapresti discernere: ma non trovo opera di poesia che faccia riconoscere la sua origine, e serbi le sue sembianze forestiere: credo anzi che tale opera non possa mai farsi. E se degnamente ammiriamo la georgica de l’abate De-Lille, n’è cagione quella maggior somiglianza che la nostra lingua tiene con la romana onde nacque, di cui mantiene la maestà e la pompa. Ma le moderne lingue sono tanto disformi dalla francese, che se questa volesse conformarsi a quelle, ne perderebbe ogni decoro.

Gl’Inglesi, tanto più liberi di noi e nel comporre i versi e nel rivoltare le frasi, avrebbero potuto arricchirsi di traduzioni fatte con esattezza e naturalezza; se non che i primi autori di quella nazione ricusarono tale fatica: e il Pope (che è pur l’unico) ha cavato due bei poemi dall’Iliade e dalla Odissea; ma non ritenne punto di quell’antica semplicità, nella quale sentiamo l’efficacia e l’arcana potenza dello stile d’Omero.