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"nuovi lavori ed accurati studii, ed un tempo considerevole per l’eseguimento dei relativi lavori, si limiterebbe per ora la variante stessa al tratto da Chiaravalle a Castelferretti per indi congiugnere questo punto con Falconara sulla strada di Bologna―Ancona mediante un tronco provvisorio (Italia Militare, 6 Decembre 1862)."

Dopo una decisione di tal genere, è egli mai possibile che possa approvarsi, pe’ rapporti strategici, una ferrovia che faccia capo tra gli estremi sovrammenzionati, la quale, in caso di guerra guerreggiata tra essi, non a noi ma soltanto al nemico sarebbe vantaggiosa? Se per evitare le offese dalla banda del mare nel brevissimo tratto dalle Casebruciate ad Ancona (13 chil.) il Governo non esitò punto a decretare una variante del costo di cinque milioni di lire, mentre la congiunzione tra Chiaravalle e Casebruciate non ne avrebbe importato che sole 676,940; potrebbe questi ora approvare come strategica una ferrovia che dovunque sbocchi sulla linea Ancona-Bologna al di là di Rimini lascia poi per novantuno chilometri la strada lungo il litorale esposta a quelle offese dal mare, dalle quali con ingente sacrificio di danaro si è stabilito di porsi a riparo per un tratto di soli tredici chilometri? E per soprammercato il Governo dovrebbe sovvenire alle spese di questa opera, dalla quale dopo l’aggravio delle finanze del Regno, risulterebbe inutilità non solo, ma danno eziandio, proprio nei momenti di supremo bisogno del Paese, quando cioè si tratta della sua salvezza o della sua rovina? Le ferrovie sono, come la perfezione delle armi, uno dei potentissimi fattori delle vittorie nelle campagne moderne. Con quelle si fanno in breve tempo trovar muniti po-


    Esina), null’altro volli di meglio che vedere gli avversari scendere sul terreno per combattere con ragioni strategiche sui vantaggi di una piuttosto che di un’altra linea. E terminavo il mio ultimo scritto su tale argomento (Torino, Tip. G. Baglione, 1862, pag. 10), colle seguenti parole: «Do fino a questo scritto col ripetere che ho ferma credenza che il tracciato esino sia il preferito, perchè per la diresa di Ancona nulla influirebbe una ferrovia più o meno coperta dalle offese di mare, se il lito adriatico non sarà potentemente munito con batterie corazzate, stabili o galleggianti, ed il commercio sarebbe grandemente danneggiato se la ferrovia dovesse assolutamente passare per Ancona per proseguire a Bologna. Dovendosi poi fare una variante alla linea Esina, questa non potrà essere mai nè quella proposta dal Municipio di Jesi (che io disapprovai altamente) per Polverigi’, perchè troppo lunga; nè quella proposta dalla prima Commissione per Castelferretti a Falconara, perchè resteranno sempre più di otto chilometri di strada lungo il mare ad Ancona. L'unica variante strategica sarebbe soltanto quella proposta da me per Castelferretti, fosso della breccia, valle lunga, tunnel la Madonna del Carmine e Montagnolo con sbocco ad un chilometro dal mare ed a tre circa da Ancona, difeso dalle batterie dello Scrima.» La definitiva decisione della Commissione ha provato se io mi apponessi, o manco, nella proposta del mio tracciato.