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PARTE SECONDA 131

devozione di quei due abbiagli mai inspirata una piena fiducia. Ad ogni modo Milano fu quella volta preservato, mercè la prudenza austriaca, dalle sciagure che apparecchiavanle i Milanesi devoti di Casa d’Austria.

La guerra che poco stette a prorompere pose il governo austriaco nella trista necessità d’imporre un accatto forzoso sopra i trafficanti della Lombardia. E sebbene fosse di poco rilievo la somma accattata, e favorevoli pei creditori i patti a cui astrignevasi il governo, quell’accatto forte dispiacque all’intiera popolazione, la quale però non fecevi contrasto veruno. Intendendosi nella seconda parte di questo scritto a mostrare il come abbia il governo austriaco potuto annichilire lo spirito pubblico e traviare il giudizio dei Lombardi, non sarà inopportuno il riportare qui il bando promulgato intorno alle cose di Napoli il giorno 5 aprile del 1815 dal maresciallo Bellegarde. Così strana si è la favella del maresciallo in quel bando, e così contraria ai più ovvii dati della storia e ai più chiari dettami del buon senso, che quasi quasi gli si potrebbe attribuire un’intenzione d’ironia. Il che facendo si andrebbe tuttavia di gran lunga errato. Gli ufficiali del governo austriaco e l’istesso imperatore usano sempre tali modi di parlare che per l’esagerazione loro sembrano ironici; ma col mostrare insieme volto serio e cera d’uomini convinti, ne danno ad intendere al popolo ed ai ragazzi. I quali, coll’ascoltare abitualmente i ragionamenti di quei magistrati, ne trovar mai chi faccia loro conoscere la verità, finiscono per tenere quei ragionamenti come una precisa espressione dell’opinione generale.