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perator Commodo stando nell’anfiteatro da un luogo rilevato nel giro della crepidine uccise solo cento orsi con dardi: At primum quidem die centum ursos de fuperiore loco ex ambitu crepidinis solus jaculis confecit. Nemmen per sogno direte, che qui si parli di sustruzioni; parlandovisi del parapetto, o murello rilevato, che difendeva le gradinate dalle fiere, detto anch’esso crepidine.

Forse Vitruvio, benchè citato all’antica, dirà come volete voi. Altrimenti sarebbe scandalosa, che neppur aveste mostrato di capire il vostro gran maestro. Eppure così è: o non lo avete letto, o non lo avete capito; oppure vi siete anche qui dato ad intendere, che io non avessi da trovare que’ luoghi, ove parla di crepidini; non ricordandovi, che voglio fare una nuova edizione latino-italiana della di lui opera. Gli avevo anzi già trovati da un pezzo, avendoli citati alla pagina 117.; e sono parimente tre luoghi. Nel primo scrive1: Frons loci, quæ in æede constituta fuerit, si tetrastylos facienda fuerit, dividatur in partes undecim semis præter crepidines, & projecturas spirarum: parole così tradotte dal Galiani: Se nello spazio destinato per la fronte si vorranno mettere sole quattro colonne, si dividerà in undici parti, e mezza, non contando gli sporti delli zoccoli, e delle basi. Qui dunque crepidines sono gli sporti delli zoccoli, e delle basi, o le basi stesse, non già le sustruzioni. Neppur di quelle parla nel secondo luogo2; ma anche di sporto: Corona deinde plana fiat cum cymatio; projectura autem ejus erit, quanta altitudo supercilii: dextra, ac sinistra projecturæ sic sunt facieudæ, uti crepidines excurrant . Siegue poi il gocciolatojo piano con la sua cimasa, traduce il Galiani: lo sporto sarà eguale all’altezza, dell’architrave, che posa sopra i due stipiti, e gli aggetti a destra, ed a sinistra saranno tali, che avanzino i piedi: ove lo stesso Galiani osserva nella nota3 contro il Baldo, ed altri, che nel senso naturale crepidines sono l’orlo inferiore di qualunque cosa nel che sbaglia di certo, tuttochè asserisca, che tutti gl’interpreti, e i grammatici lo riconoscono. Ma poco c’importa ora: basta che non s’intenda di sustruzioni. Nel terzo luogo4 Vitruvio chiama crepido il lido del mare, o sia l’orlo della terra, che s’alza sopra il livello del mare, come si chiama generalmente5; e così il lido, o sponde dei fiumi6. Sin autem propter fluctus, aut impetus aperti pelagi destinatæ arcæ non potuerint contineri, tunc ab ipsa terra, sive crepidine puevians quarti firmissime stimatur. Ma se per le onde, ed urti del mure non potessero rimanere salde le stabilite chiuse, allora sulla terra ferma, o sia sulla spiaggia si formi un letto il più forte, che si può. Osservate all’opposto, che Vitruvio quando vuol parlare di sustruazioni, usa più e più volte il suo termine proprio latino, e dell’arte, substructio7.

Conciosiacosachè dunque abbiate imposturato quando diceste: potremmo provare, e con Dione, e con Vitruvio, e con quest’ultimo in ispecie, che le sustruzioni acconciamente sono chiamate crepidines; nessun conto farò

  1. Lib. 3. cap. 2.
  2. Lib. 4. cap. 6.
  3. Pag. 151.
  4. Lib. 5. cap ult.
  5. Polluce Onom. lib. 9 segm. 28.
  6. Stazio Theb. lib. 9. vers. 492. Q. Curzio lib. 5. cap I. sect. 28., Diodoro lib. 2. §. 8. pag. 121.
  7. Lib. 1. cap. 5., lib. 6. cap. 11., lib. 8. cap. 6.