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434 | S p i e g a z i o n e |
buona maniera del lavoro; e perchè pare, che abbia qualche somiglianza con un sacerdote di Bacco in un bassorilievo presso il Gori1. Non sarei tanto propenso ad attribuire agli Etruschi opere in marmo, principalmente se siano in marmo greco salino, come è pure il mentovato qui avanti al numero 10., e il bassorilievo della villa Albani dato dal nostro Autore nei Monumenti antichi inediti2, e mentovato nella Storia dell’Arte3 con altri appresso del museo Capitolino. Egli non ne dà veruna ragione, che appaghi. Io poi dico, che oltre l’essere molti di que’ lavori in marmo salino, in cui non so se mai abbiano scolpito gli Etruschi, e molto meno in que’ primi tempi dell’arte, ne’ quali Winkelmann vuole scolpiti que’ monumenti, dico, che non farà facile di provare, che quella nazione abbia lavorato sì bene in marmo fin dai tempi. antichissimi, da non cederla ai Greci; e che poi al vedere in seguito i capi d’opera di questi non abbiano dovuto andar migliorando lo stile, e non ci abbiano lasciate altre opere. Sostengo al più, ch’essi abbiano talvolta lavorato con eccellenza nel bronzo, come ne ho dato l’esempio al num. 34., e altrove4, e forse anche in terra cotta, che erano le materie, che potevano avere facilmente, e non già i marmi della Grecia: e di queste belle opere si può anche sospettare, che siano imitate da greci originali; come della gemma, in cui è inciso Tideo, si è motivato al num. 25.; e della Minerva in bronzo ora ricordata5 si può argomentare al confronto di essa con una statua in marmo già posseduta dal Cavaceppi6. Nè ci permette di giudicare altrimenti quella invariata durezza di stile rilevata negli etruschi lavori da Quintiliano7, che li mette in paragone coi greci, come l’eloquenza d’Atene in confronto dell’asiatica. La statua è restaurata nelle braccia, e in qualche altra piccola parte. Merita di essere osservata la forma dell’abito, e delle pieghe, che pajono soppressate. Si vede in qualche maniera simile in altri monumenti; e alla figura in ispecie ricordata presso il Gori. L’originale è nella villa Albani. Vedasi alla pag. 181.
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