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tato da Iside, la quale ha in capo la gallina numidica, portati amendue in una barchetta per il Nilo a Memfi; del che si è parlato alla pag. 69. e 93.


Tavole grandi in fine del Tomo.


I. * Erme feminile in marmo bianco, esistente nella villa Albani, in cui la divisione delle gambe è indicata da un taglio longitudinale. Vedasi alla pag. 9.

II. e III. * Figure di due soldati, che possono credersi galli, o celti, arguendolo dalla stesa, e piuttosto lunga capigliatura, e dalle basette, o mustacci all’uso di quei popoli. Vedi pag. 46., e Tom. iI. 203. col. 1. Gli originali però esistenti nella villa Albani, tranne la testa, sono in gran parte restaurati.

IV. fig. 1. e 2. Statua del famoso antichissimo colosso del re egiziano Mennone, detto anche Amenofi, Osimandue, o Osimante, nell’Egitto superiore, veduta di facciata, e per di dietro. Se ne è parlato alla pag. 74. e seg., alla pag. 81. 85. 118. not. c. Essa al presente, e da’ tempi di Cambise, come si crede, è rotta in due pazzi dal mezzo in su, e questa parte giace per terra. Le dita dei piedi, come ha sospettato

Winkelmann alla detta pagina 85., sono mancanti nella statua, e sono state supplite nel disegno da Pococke, secondo che egli stetto dice nella sua opera1. Dalle misure minute, che ne dà lo stesso Pococke, si capisce quanto sia alta; e può argomentarsi dalle figure, che si sono aggiunte nel rame. La testa ha sei piedi di diametro, e undici dalla cima fine al principio del collo. E’ coperta sulle gambe, piedi, e alla base d’iscrizioni greche, e latine di diverse persone illustri, che l’hanno visitata negli antichi tempi. La pietra è una specie di granito poroso, ma durissimo, di un colore particolare tra il nericcio, e il rosso. Il disegno si è preso da Pococke, da cui lo ha ricavato anche Jablonski, che l’ha illustrato con una dissertazione2. Quello datone da Norden dovrebbe essere più esatto. Pococke ha aggiunti nel rame


que’


  1. Tom.I. pag. 101. dell’edizione inglese, e della traduzione francese, Tom. I. p. 290.
  2. De Memnone Græcorum, & Ægyptiorum, hujusque celeberrima in Thebaide statua, syntagmata III., cum figuris æncis. Francofurti ad Viadrum 1753. in 4.