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re che la pozzolana neppure sia stata mai trovata nella Grecia, come osserva Vitruvio1: ed appunto per mancanza di essa i Greci non hanno potuto con facilità fare le volte. Bisogna non pertanto, che abbiano essi avuto il segreto di fare un’ottima calce2; di che ne abbiamo una prova nel gran serbatojo d’acqua a Sparta fatto di brecciuole, che legate colla calce fanno un corpo sì duro quanto le brecciuole stesse3.

§. 12. Le due specie di pozzolana s’impietriscono egualmente4; anzi la calce, che ne è impastata, diventa più dura delle pietre medesime, che insieme lega ed unisce; come può vedersi dalle rovine delle fabbriche poste sul mare, e fabbricate nel mare stesso tanto a Pozzuolo, che a Baja, e in tutto quel paese, e al porto d’Anzio, che è l’antico Antium, ove i moli, che formavano, e chiudevano il porto, siccome anche le dette fabbriche, erano costrutti di mattoni. Colla pozzolana selciavansi parimente negli antichi tempi le strade grandi e piccole in Roma, e all’intorno: metodo, che osservasi ancora a’ nostri giorni.

§. 13. Gli strati della pozzolana si estendono molto addentro la terra, e talvolta sino agli ottanta palmi di profondità. Tutto il circondario di Roma è vuoto, e come mina-


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    pag. 338.; ed egli stesso al luogo citato nella not. a., dice di aver osservato in quella città, che i Romani nei pubblici edifizj, non però nei minori, usarono la pozzolana rossa. Palladio De re rust. lib. 1. cap. 10. loda questa specie sopra tutte per qualunque fabbrica, anche rustica: dal che rileviamo l’uso maggiore, che se ne faceva.

  1. lib. 2. cap. 6.
  2. Fontenu Descript. de l'aqued. de Cout. ec. Acad. des Inscr. Tom. XVI. Hist. p. 115.
  3. Non è però da supporsi, che gli antichi Romani adoprassero la calce mescolata semplicemente colla pozzolana, senza fare alcun’altra diligenza nel resto. Essi usavano principalmente delle cautele nello scegliere le pietre per fare la calce, poi nello smorzare questa quando era cotta, e nel farla stagionare. Si veda il signor de la Faye, che ha fatte intorno a queste, ed altre cautele molte belle osservazioni in due opuscoli, il primo de’ quali già citato, ha per titolo: Recherches sur la preparat. que les Romains donnoient à la chaux, à Paris 1777. in 8., e l’altro: Mémoire pour servir de suite aux recherches, ec. 1778. in 8. Se ne ha un estratto nell’Antologia Romana Tom. IX. anno 1782. n. 22. pag. 163. segg. Nella calce adoprata per la chiesa di s. Sofia, riedificata da Giustiniano, fu mescolata scorza d’olmo tritata, e fu usata acqua d’orzo bollito tepida, per indurarla più. V. Codino De orig. Constant. pag. 67. B. Al di fuori fu adoprata calce mescolata d’olio. Ivi pag. 69. in fine
  4. Puteolanus pulvis, si aquam attigit, saxum est. Seneca Natur. quæst. lib. 3. c. 20.