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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. 133

questa. L’aver io stampata ultimamente la storia di detta città, l’aver date al pubblico delineate, e descritte tutte le fabbriche della medesima, dava forza ad una prevenzione favorevole per voi, e contraria a me. Conosceva ognuno, che voi non avendo mai veduti que’ maestosi edifizj, vi eravate diretto a chi doveva certamente esserne inteso; e ravvisava non restare a me una prudente ritirata, con allegare la mia poca abilità; mentre non pollo negare di averli più volte osservati, e di avervi fatte sopra le più posate, e mature riflessioni.

§. 3. Desideroso pertanto di compiacervi, e ben si merita ogni attenzione quella gentilezza, e buona grazia, di cui liete ripieno, non mi ritirerò dall’esporvi il mio sincero sentimento. E primieramente per le correzioni, che avete fatte al Winkelmann riguardo alle misure delle fabbriche di Pesto, ed alla vera e reale qualità loro, nel mentre vi son tenuto per la fede prestata a quanto da me è stato stampato, di dirò, che essendo quella una cosa di fatto, giudico, che non siate andato in minima parte lungi dal vero; lusingandomi, che le misure marcate su i rami, che ho posti alla luce, non pure siano le migliori di quante ne sono state sin qui pubblicate, ma ben anche le certe, ed agli originali esattamente corrispondenti. Oltre di che gli abbagli presi dall’autore erano troppo manifesti per non ravvisarli bisognosi di correzione; e contenendo ben anche in sè stessi delle contradizioni, dovean per necessità non corrispondere al vero. Quanto poi all’assertiva avanzata dal Winkelmann sulla fede del le Roy, esser cioè tuttora esistenti in Grecia de’ tempj di strane proporzioni, e le colonne de’ quali hanno un altezza di poco superiore a quattro diametri, ed anche de’ medesimi più bassa, e perciò non dissimili da’ Pestani, cosa da me negata al numero LI. della terza dissertazione; non ri-


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