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presso i Greci, e loro Pittura. 63

quello che ha in mano Omero nella sua apoteosi12. Gli attraversa amendue le cosce, e copre in parte la sedia un panno rosso-cangiante3, sovra cui alla sinistra posa la spada foderata, ch’egli colla manca mano impugna, ed ha verde il centurino. Quella spada può avere lo stesso significato che nella figura dell’Iliade nella detta apoteosi, la quale è così armata, perchè contiene la maggior parte degli avvenimenti eroici acconci ad esser argomento di tragedia. Volge a quell’uomo le spalle una figura muliebre, che ignudo ha l’omero destro, e di giallo è vestita45. Essa ha piegato a terra il destro ginocchio innanzi ad una maschera ornata di alta e lunga capigliatura detta ὄγκος, posata su una specie di base, entro una cassetta poco profonda, i cui lati sono intagliati dall’alto al basso, e da cui pende un panno azzurro con due bianche fasce ai due lati, terminate da due cordoncini, che finiscono in un nodo. La figura sta con un pennello o calamo scrivendo su una base, che da essa vien ombreggiata, forse il nome d’una tragedia; non vi si scorgono però lettere, ma soltanto alcuni tratti irregolari. Questa, a mio parere, è Melpomene, e lo argomento anche dai capelli tirati su e legati dietro sulla testa, quali portarli soleano le vergini. Dietro alla maschera sta un uomo, che con ambe le mani ad un lungo ba-


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  1. Nel palazzo Colonna, portata in rame più correttamente dal sig. ab. Visconti in fine del Tomo I. del Museo Pio-Clementino.
  2. Nella guasta figura sedente d’Euripide col suo nome, esistente nella villa Albani, e da me pubblicata ne’ Monum. ant. n. 168., vedesi ancor un resto d’un simil lungo bastone, cui impugnava la mano del braccio mancante. Potrebbe metterli in mano ad Euripide, come agli altri tragici, un tirso, qual gli fu dato nel restaurarlo, secondo l’autore d’un epigramma fatto sopra di lui nell’Anthol. lib. 5. num. 4.

    . . . . . ἦν γὰρ ἰδέσθαι
    Οἷά τε το θυμέλῃσιν ἐν Ἀτθίσι θύρσα
    τινάσσων

    [ . . . . erat enim videre
    Ut olim in pulpitis Atheniensibus thyrsos vibrans.

  3. Gli Accademici dicono rosso incarnato.
  4. La veste di color cangiante tra il verde e il giallo, con una cinta a color di rosa, e la sopraveste, o manto, che le ricade sulle cosce, e sul piede destro, è di color cangiante in lacca, e in turchinetto. Così gli stessi.
  5. Barnes nel suo Euripide, Phœniss. vers. 1498., ha tradotto στολίδα κροκόεσσαν, stola simbriaca, quando dovea tradurre stola crocea. Par che dubitasse se gli antichi portassero vesti di color giallo.